recensione – «Noi siamo tempesta»
recensione della raccolta di racconti:
«Noi siamo tempesta»
«Noi siamo tempesta» di Michela Murgia, vincitore dei premi Elsa Morante e Andersen 2019, è un libro straordinario. Il sottotitolo è «Storie senza eroe che hanno cambiato il mondo» e nella prefazione la scrittrice ci invita a considerare bellissime e mirabili imprese che sono state compiute non dal singolo, dall’eroe, dal vittorioso che annienta i nemici, ma da gruppi di persone che hanno saputo unire le loro intelligenze e il loro spirito di cooperazione, per creare qualcosa di grande.
Quando leggiamo la fiaba o il racconto della buonanotte ai nostri bambini, l’autrice si chiede: “Se, anziché farli addormentare sognandosi soli contro il mondo e l’uno contro l’altro, dessimo loro avventure dove diventare potenti insieme?”. Tali sono i 16 entusiasmanti racconti presentati in «Noi siamo tempesta», ispirati a fatti verissimi e poi reinventati nella scrittura che colora la narrazione di voci e immagini.
In questo quadro…. non poteva mancare la musica, arte “corale” per eccellenza, esempio di cooperazione al servizio del bello, di sincronia virtuosa ‘almeno’ nel momento di realizzarla, ma ovviamente con la speranza che questo spirito e questo esempio oltrepassi l’arte e si estenda definitivamente anche alla vita.
Ed ecco che la musica arriva, nel racconto “Sinfonia berlinese o di liberazione”, con il violoncello del grande Rostropovich che suona mentre cade il Muro di Berlino, a suggellare un momento unico di iniziativa collettiva e di rapida organizzazione per guadagnare un importantissimo tassello alla nostra libertà: tanti suoni come tante persone in un’azione coordinata e positiva.
Alla musica è dedicato poi l’episodio “La musica dentro” in cui si racconta, all’interno del mirabile Sistema di Cori e Orchestre infantili venezuelano, del “Coro de Manos Blancas” in cui le mani di bambini e bambine non udenti e con altre difficoltà si uniscono in armonia alle mani che agiscono sugli strumenti musicali dei loro coetanei. L’idea nacque dai collaboratori di José Antonio Abreu, Jhonny Gómez e Naybeth García, in un ambito di cooperazione divenuto così fertile e condiviso, da rendere quasi ovvia e necessaria l’idea di includere davvero tutti: anche coloro che non possono sentire con l’udito, ma possono sentire perfettamente con il cuore la bellezza della creazione collettiva e soprattutto possono partecipare alla sua realizzazione.
Piena di fantasia la scrittura di Michela Murgia, nel raccontare ciascuna delle dita di una mano…. perfino il mignolo che sembra non servire a niente “[…] eppure è lì e qualcosa vorrà pur dire. Siamo noi che non abbiamo ancora imparato ad ascoltare il mignolo”.
E ora torniamo un attimo alla copertina dove compare, a promemoria, un’indicazione aggiuntiva, un ‘post-it’ che pare una sfida, ma in cui sta una delle chiavi del successo: «Tanti. Insieme. Diversi» perché diverse teste, origini, costumi, abitudini, formazioni, semplicemente moltiplicano le possibilità di arrivare a ottime e inaspettate soluzioni.
In “Settanta volte sette” si racconta infatti dell’Orchestra di Piazza Vittorio, nata in un popolare quartiere romano, nella piazza di un grande variopinto e chiassoso mercato e messa in piedi con sacrifici ed entusiasmo. L’originalità è stata nella capacità di fondere in modo equanime la musica e il vissuto di persone provenienti da molti paesi. L’Orchestra, nata da puro spirito di condivisione di sentimenti, creatività e suoni, ha generato negli anni anche posti di lavoro e attività ed è un modello di integrazione e progresso in cui, ancora una volta, la musica si è dimostrata il potente motore.
Non bisogna mai dimenticare che “la vita […] ha un’armonia sempre corale” e se vogliamo raggiungere grandi risultati, dovremmo pensare a cercare e coinvolgere gli altri (il ‘prossimo’ si diceva….) in modo creativo, piuttosto che creare falsi miti unipersonali. Inoltre, come accade puntualmente nel miracolo (che, appunto, miracolo non è) della musica, “[…] la vita quotidiana è fatta […] di imprese mirabili compiute da persone del tutto comuni che hanno saputo mettersi insieme e fidarsi le une delle altre”.
Mstislav Rostropovich suona davanti al Muro di Berlino
https://www.youtube.com/watch?v=-Y0x1zt5PcM
https://www.youtube.com/watch?v=l3K0i46xmEk
Nei giorni della caduta del Muro, la musica fu protagonista in almeno due altre grandi occasioni. Venne organizzato un concerto rock nella Deutschlandhalle con tantissimi artisti, tra cui Udo Lindenberg, Ulla Meinecke, Konstantin Wecker, Joe Cocker, die Toten Hosen e altri, inoltre il 12 novembre i cittadini di Berlino Est furono invitati a un concerto apposta per loro, presso la celebre Philarmonie, su iniziativa spontanea dei Berliner Philharmoniker che in poche ore preparano con il direttore e pianista Daniel Barenboim un programma apposito: gli orchestrali ricordano ancora quel concerto come uno dei momenti più emozionanti della loro carriera.
https://berlinocacioepepemagazine.com/philharmonie-berlin/
Il concerto del 12.11.1989 dei Berliner Philharmoniker
https://www.youtube.com/watch?v=N8d_IH9q3gw
Coro de Manos Blancas
http://www.corodemanosblancas.org/index.php/es/home/
Claudio Abbado. The Other Voice of Music. Manos Blancas
https://www.youtube.com/watch?v=E4I0PjPH6mI
L’Orchestra di Piazza Vittorio (dal sito si possono ascoltare molti brani)
https://www.orchestrapiazzavittorio.it
L’orchestra di piazza Vittorio
https://www.youtube.com/watch?v=5jzl_oJccIo
L’Orchestra Di Piazza Vittorio – Sahara Blues
https://www.youtube.com/watch?v=BbG-B9lVLoQ&list=RDBbG-B9lVLoQ&start_radio=1&t=57
Noi siamo tempesta. Storie senza eroe che hanno cambiato il mondo.
Autrice: Michela Murgia | Illustrazioni: The World of the dot, con un fumetto di Paolo Bacilieri | Edizione Salani Editore 2019 | ISBN 978-88-9381-774-5| Età: dai 9 anni
recensione di Anna Cattoretti
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